Ormai tutti, o quasi, chiamano questa giornata “Pasquetta”, come se fosse un’appendice più frivola della Pasqua, ma in realtà è il “Giorno dell’Angelo” perché ricorda l’apparizione del messaggero celeste che annuncia alle donne accorse al sepolcro la lieta novella della Resurrezione.
È la giornata dedicata alle gite fuori porta, ai picnic in famiglia, in un tripudio di lasagne e fettine panate o di grigliate pantagrueliche, ma quest’anno la stragrande maggioranza degli italiani ha dovuto accontentarsi di una gita “dentro porta” e con la porta rigorosamente chiusa.
Al massimo, visto il tepore della giornata, chi ha un balcone o un giardino il picnic lo ha fatto lì, un po’ sotto tono e senza una gran voglia di festeggiare.
Lo scorso anno, in una giornata soleggiata tutto sommato come questa, ero a Milano e passeggiavo tra i fiori del mercatino tradizionale.
Come mi sembra lontana quella giornata luminosa, come mi sembra lontana quella vita serena, quella gioiosa tranquillità, come è mutata la mia vita e che peso mi grava sull’anima!
So che, prima o poi, tutto questo passerà, so che ricorderemo questi giorni come uno di quei periodi della vita che lasciano un segno indelebile e forse tutto tornerà come prima, ma dovrà passare molto tempo.