Il bello delle vacanze.

La vacanza, per me, significa non solo andare in montagna, fare passeggiate, rilassarmi nell’osservare il bosco e godere del suo silenzio (dopo la scorpacciata di decibel dell’anno scolastico), la vacanza significa soprattutto avere il tempo e la libertà di leggere, di leggere tutti i libri che voglio, anche i meno impegnativi, anche quelli “brutti” (per capire se un libro è “brutto” bisogna prima leggerlo, non ci si può limitare ad assaggiarlo).

Durante l’anno scolastico mi impongo una diversa disciplina, prima di tutto leggo (e spesso rileggo) i libri che assegno ai miei allievi, leggo (e spesso rileggo) i “classici” per trovare i testi da sottoporre ai ragazzi (da anni ormai non uso l’antologia e la scelta dei testi la facciamo insieme).

Quando sono in vacanza, invece, posso lasciarmi andare a sperimentare, a esplorare territori sconosciuti, scrittori emergenti, magari di paesi lontani e di culture diverse, posso dedicarmi alla lettura dei gialli (che adoro) scoprendo nuovi autori e nuove atmosfere.

Infilo con gioia il mio Kobo nello zaino, sicura di trovare un sasso, una panchina, un tronco su cui sedermi per concedermi qualche minuto di assoluto relax senza dimenticarmi di assaporare la bellezza delle parole e la bellezza del mondo che mi circonda.

Culmine di San Pietro 2010

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