Lo sfregio.

Leggo, con raccapriccio, che durante la rivolta in atto al Cairo la rabbia (o l’ignoranza, o la brutalità) della gente si è sfogata sui preziosi e fragilissimi reperti archeologici del Museo Egizio per eccellenza.

Ora una catena umana protegge questo retaggio antico dell’Egitto dall’infame violenza di chi pensa che , per cambiare le cose, sia veramente necessario distruggere, annientare tutto ciò che è legato al passato, anche remotissimo in cui la storia affonda le sue radici.

Era successo anche a Bagdad, al museo archeologico che conservava le testimonianze più preziose dell’antica Mesopotamia, ma al Cairo, a differenza di quanto accadde in Iraq, sono stati prima di tutto i cittadini stessi a proteggere il Museo dai saccheggiatori.

Anche le piramidi sono chiuse al pubblico e protette dall’esercito, anche la Sfinge che, da millenni, vede scorrere ai suoi piedi la storia umana con le sue miserie e le sue grandezze.

Ho orrore di chi distrugge i reperti del passato, ho orrore di chi brucia i libri e non solo perchè sono patrimonio di tutta l’umanità, ma perchè non vedo nulla di buono in chi vuole cancellare il passato con il ferro e con il fuoco.

Quando tutto sarà finito e si lavorerà per ricostruire questa nazione sarà proprio da lì, da quelle mute testimonianze di grandezza che bisognerà ripartire perchè l’Egitto è anche questo, affonda le sue fondamenta in un’epoca lontana su cui si sono stratificate, nei secoli, le vicende degli uomini e non volerlo ricordare o tentare di cancellarlo è miope e stupido.

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