Formaggio bruno, mora bianca, salmone, merluzzo e gamberetti.

E’ da molto tempo e da molti viaggi che ho deciso che non devo più acquistare souvenir, a meno che non si tratti di qualcosa di commestibile o di indossabile.

Anche durante il mio recente viaggio alle isole Lofoten sono rimasta rigorosamente fedele al mio intento e, dopo aver assaggiato alcuni piatti locali (soprattutto a colazione) ho riportato a casa con me i sapori del mio viaggio.

Innanzitutto c’è il formaggio bruno (quello di solo latte vaccino si risponde all’impronunciabile nome di Fløtemysost), che propriamente formaggio non è, infatti viene preparato facendo bollire il siero del latte fino a quando gli zuccheri non caramellano fornendogli un sapore dolce e una consistenza cremosa, oltre a un colore particolare dalle tonalità marroni più o meno accentuate.

Poi c’è il salmone al naturale, affumicato, alla piastra che a colazione dà una vera e propria sferzata di energia e ha un sapore che a poco a che vedere col salmone che ci troviamo a consumare alle nostre latitudino.

Anche i gamberetti sono una vera squisitezza, mentre il pesce più pescato è sicuramente il merluzzo che, messo sulle rastrelliere a seccare, diventa lo stoccafisso, ma che si può trovare confezionato in lattine di patè dal gusto deciso.

Per finire c’è la confettura di mora bianca (non si tratta di un ossimoro ma della “polar berry”) un frutto simile alle nostre more molto aromatico.

Portare sulla mia tavola questi cibi inusuali mi permette di risvegliare, anche attaverso il gusto, il ricordo di un viaggio che ha lasciato dentro di me un’impronta profonda.

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