Archivi giornalieri: 23 Novembre 2018

Nel mondo alla rovescia.

Nel mondo alla rovescia i ragazzi che decidono di dedicarsi al volontariato e di partire per paesi dove alla miseria e alla fame si sovrappongono o si affiancano situazioni di conflitto e terrorismo sono degli irresponsabili (manco guidassero ubriachi dopo una notte di sballo).

In realtà sono ragazzi per i quali l’espressione “aiutiamoli a casa loro” non è un modo di dire, non è retorica e pazienza se “casa loro” è un paese in guerra.

Per questi ragazzi partire è una scelta di vita, generosa e consapevole, è una opportunità di crescita, non si tratta di “buonismo”  (una brutta espressione che salta fuori tutte le volte che vengono a mancare gli argomenti per una discussione seria) perché si mettono in gioco in prima persona, affidandosi ad organizzazioni che operano da anni sul campo, sapendo che i rischi ci sono, ma che, con un’organizzazione seria alle spalle, si possono limitare i danni.

Quando mio figlio diciottenne partì, con la Croce Rossa, per Sarajevo e poi, qualche anno dopo, con la Caritas Ambrosiana per recarsi presso comunità in difficoltà in Ucraina, Moldavia e Bulgaria non ero certo tranquilla e sicuramente anche lui non lo era, avevamo la consapevolezza dei rischi, ma avevamo anche fiducia nelle organizzazioni che gestivano queste esperienze.

D’altra parte avrebbe potuto trascorrere le vacanze al mare, ma in famiglia aveva respirato da sempre l’attenzione per gli altri e l’importanza dell’impegno e, in fondo, eravamo orgogliosi di questo ragazzo che ci assomigliava tanto, pur nel timore che qualcosa andasse male.

Ma nel mondo alla rovescia questi ragazzi sono “irresponsabili”.

Forse dovremmo rivedere la nostra scala di valori.

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