Il giorno di Sant’Ambrogio oltre ad essere un giorno di festa per Milano è anche, per tradizione, il giorno della “prima” della Scala, l’occasione in cui il grande teatro spalanca le sue porte ad un pubblico che, quasi ogni anno, è stato accolto, all’esterno, da contestazioni e proteste, mentre il foyer si affolla di visi noti e meno noti, di abiti eleganti, di gioielli sfolgoranti.
Talora l’occasione mondana fa dimenticare che la Scala è un tempio della musica e che la musica, il bel canto, il balletto, l’orchestra i direttori e gli interpreti prestigiosi sono i veri protagonisti della serata (e della stagione).
Quest’anno, a causa della pandemia, mancherà la mondanità, mancherà il gossip, mancheranno le critiche più o meno velenose su vestiti e acconciature, ma ci sarà la musica e sarà per tutti, e sarà uguale per tutti perché chi vorrà partecipare alla “prima” potrà farlo, magari stravaccato sul divano di casa, magari in tuta, quasi sicuramente senza gioielli, trucco e parrucco: basterà accendere la televisione e chiudere gli occhi per essere teletrasportati nel palco reale.