Archivi giornalieri: 20 Settembre 2015

Istanbul.

La prima caratteristica della città che colpisce il viaggiatore è il traffico, un traffico caotico, rumoroso, rassegnato, il traffico di una metropoli d sedici milioni di abitanti che, evidentemente, hanno deciso di uscire di casa contemporaneamente.

Attraversare la strada può rappresentare un problema anche perché lo slalom tra i veicoli fermi e quelli in movimento richiede l’agilità dei vent’anni (che purtroppo, per me, è decisamente lontana).

La seconda cosa che colpisce è la luce, una luce chiara e tersa, mossa dal vento, la luce chiara delle città di mare, perché il mare è lì, onnipresente, accende il Bosforo di mille riflessi e si insinua pigro nel Corno d’Oro.

Ed è proprio percorrendo il  Bosforo che si può ammirare la città nei suoi aspetti più caratteristici,, accostandosi alla sponda asiatica scorrono le case di legno eleganti, dai colori tenui, all’orizzonte si stagliano selve di grattacieli tipici di una città moderna e, una volta superato il ponte d’Eurasia, si spalanca davanti agli occhi la città antica, con i suoi cento minareti, con le cupole leggiadre delle moschee, con la mole del Topkapi o con la slanciata Torre di Galata.

E poi colpisce il brulichio di vita, i carretti degli ambulanti che offrono cibo e merci a tutte le ore, i commessi seduti davanti ai oro negozi come se l’abbondanza degli oggetti in vendita li avesse sospinti all’esterno, le centinaia di turisti (magari scesi per poche ore da una nave ancorata in rada) che si aggirano per le strade o si mettono in coda per visitare una moschea, i camerieri di bar e ristoranti che invitano i passanti all’interno, i venditori di magliette, borse, occhiali e quant’altro fermi agli angoli delle strade e i facchini, sempre in movimento con i loro carretti.

E poi, sopra tutto, alle ore canoniche si leva dai minareti il concerto di voci che invitano alla preghiera.

Istanbul è così: una città leggendaria e affascinante, una città antica, ma vivissima dove passato e presente, Europa ed Asia, oriente e occidente si sfiorano, si contaminano e riescono persino a convivere.

Istanbul