Immaginare il futuro.

Quando decido di partire per un viaggio, non importa se la meta sia vicina o lontana o se il viaggio sia lungo o breve, mi piace organizzarmi per tempo, studiare i luoghi che visiterò, informarmi sul clima e sulla cucina, conoscere le usanze e poi prenoto con cura non solo il treno o l’aereo e gli alberghi, ma anche i ristoranti, i musei e tutte quelle attività che non voglio rischiare di perdere.

Prima di partire organizzo con cura la valigia, di solito con pochi abiti, ma adatti a tutte le occasioni così che se durante il viaggio qualcuno decidesse di assegnarmi il Premio Nobel, non mi troverebbe impreparata.

Mi piace progettare ogni viaggio, e anche il futuro, in modo da ridurre al minimo gli imprevisti e poterne gustare in pieno l’esperienza.

Questo mio modo di essere forse può far comprendere meglio come in questo momento storico io mi senta smarrita e un po’ confusa: è un tempo in cui non si può programmare neppure un pranzo al ristorante per la settimana successiva (per non parlare di un concerto, di uno spettacolo cinematografico o teatrale o della visita ad un museo) e questo fatto mi destabilizza.

Ho l’impressione, quando cerco di guardare i giorni che verranno, che ci sia una fitta cortina di nebbia che mi impedisce di vedere luoghi e tempi e per questo motivo sento dentro di me una inquietudine sottile che non riesco a controllare e che mi disturba.

Cavenago - Nebbia

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