Nel 1956 le Ferrovie dello Stato abolirono ufficialmente la terza classe anche se le carrozze dai sedili di legno furono promosse come per magia alla seconda classe: in pratica i viaggiatori, soprattutto per quanto riguarda i treni locali, continuarono a spostarsi nello stesso modo, ma cominciarono a sentirsi, almeno psicologicamente, un po’ più agiati.
Ricordo di aver viaggiato da bambina su quei sedili di legno lucido (che, a quanto mi risulta continuarono a circolare fino agli anni ’80) con il segreto desiderio, un po’ snob in verità, di spostarmi in tra i velluti preziosi delle carrozze di prima (credo che avessero sedili in velluto, ma non ne ho mai avuto esperienza diretta).
Anche oggi mi sposto spesso in treno, adoro l’alta velocità e ogni tanto, se c’è qualche offerta speciale, mi capita anche di viaggiare in prima, ma ormai le differenze di classe, almeno in ferrovia, si sono praticamente annullate e se non fosse per il quotidiano gratuito (quando si parte ad ore antelucane) non si noterebbe neppure la differenza.