A pochi chilometri da Baku, vicino all’area dei graffiti rupestri di Gobustan, c’è un luogo affascinante e insolito che regala l’impressione di passeggiare su un altro pianeta.
Per raggiungerlo bisogna abbandonare la strada asfaltata e percorrere un lungo tratto di sterrato, magari affidandosi a dei tassisti che parlano solo russo (oltre all’azero), guidano delle Lada antidiluviane e hanno velleità da piloti di formula uno.
Se si sopravvive all’esperienza si arriva su un pianoro isolato tra le montagne brulle dove il fango argilloso, gonfiato e sospinto dal gas naturale, ha creato dei piccoli vulcani striati di colate dai riflessi quasi metallici.
Camminando tra i vulcani si sente solo il suono del fango che gorgoglia gonfiandosi in bolle tondeggianti che sbucano improvvise dai crateri e sembrano animate da un soffio di vita e lo stupore è grande tanto più che il luogo è spesso (come nel nostro caso) solitario.
I vulcani di fango sono una delle esperienze più insolite e inattese che il viaggio in Azerbaijan ci ha permesso di vivere.