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Blogroll.

Lo confesso e faccio pubblica ammenda: da un sacco di tempo non davo un’occhiata al blogroll.

Di solito seguo i blog che mi interessano attraverso i feed, così posso essere aggiornata su quello che si dice nella blogosfera, d’altra parte non tutti i miei blog preferiti si trovano in questa lista sulla destra dello schermo, anche perchè sono decisamente troppo pigra per aggiornarla.

Oggi però, visto che non me ne vado in montagna per il ponte, considerato che non ho voglia di fare shopping e poi la giornata è decisamente grigia e freddina, ho cominciato a scorrere il blogroll e ho scoperto che un sacco di gente che seguivo con interesse non scrive più, ha chiuso il blog o non lo aggiorna da secoli.

Così, mentre un po’ a malincuore cancellavo qualche link, mi sono messa ad elucubrare sui motivi che possono spingere ad aprire e chiudere un blog.

Qualcuno forse, dopo aver pensato di aver molto da dire ha scoperto di aver esaurito gli argomenti e le motivazioni, qualcuno ha visto un cambiamento repentino nella propria vita, insomma, come cantava Guccini,  “qualcuno è andato per età, qualcuno perché già dottore e insegue una maturità, si è sposato, fa carriera ed è una morte un po’ peggiore“.

Comunque cancellare quei nomi dal blogroll mi ha messo un po’ di tristezza.

Ottimizzare le risorse.

Controllando gli accessi al mio blog ho scoperto che una delle pagine più visitate in assoluto è quella nella quale scrivo di un racconto di Dino Buzzati che amo molto: “La giacca stregata“.

La chiave di ricerca di solito è di questo tipo: “riassunto+giacca+stregata+buzzati”

Ecco questa è la cosa che non capisco: si tratta di un racconto breve (quattro paginette o poco più) e Buzzati scrive in modo piano e comprensibile, quindi non sarebbe più semplice e veloce leggere il racconto e riassumerlo, piuttosto che navigare sui motori di ricerca in cerca del lavoro già fatto?

Inoltre vorrei far notare che nessun post può avere la freschezza e l’eleganza della prosa di Buzzati, che rappresenta uno degli scrittori più raffinati del ‘900.

Quindi, da vecchia prof d’italiano qual sono, invito tutti a leggersi il testo…riassumerlo poi è veramente un lavoro di pochi minuti.

Lavori in corso.

Oggi è stata una giornata di grandi manovre (…e probabilmente chi ha cercato di visitare questo blog se ne sarà accorto).

Cambiare hosting non è sempre facile, ma finalmente … ed in modo quasi inspiegabile, adesso sembra funzionare tutto.

Da domani si ricomincia, o almeno spero.

Questo blog non è…

un giornale, non (ripeto e sottolineo NON) è “un sito internet avente natura editoriale” è semplicemente uno spazio di condivisione dei miei pensieri, dei miei ricordi, delle mie esperienze, delle mie opinioni (ORRORE anche politiche).

Quando scrivo, pur dicendo sempre come la penso, mi assumo le mie responsabilità e mi sforzo di non offendere la sensibilità di nessuno con attacchi gratuiti e ingiustificati.

Non credo che il mio blog possa fare paura a qualcuno (mi sembra ridicola solo l’idea), ma se una legge mi obbligherà a restrizioni della mia libertà tali da dissudermi dal continuare a scrivere, vorrà dire che chiuderò baracca e burattini e tornerò ad esprimere quello che penso tra la gente.

Per ora la libertà di parola non è ancora negata (…credo)

La laicità dello Stato.

Il concetto di laicità dello Stato è di questi tempi quanto mai ondivago: a molti è sembrato perfettamente naturale che la Chiesa facesse sentire la propria voce a proposito delle cellule staminali e della tutela degli embrioni o che si esprimesse durante i drammatici ultimi giorni di Eluana Englaro con forza.

Si è detto che non si trattava di un’ingerenza nelle scelte di uno stato laico, ma del legittimo dovere di tutelare la vita in ogni suo momento, dal concepimento alla fine naturale.

Se però le stesse gerarchie ecclesiastiche si esprimono criticando provvedimenti che mettono in pericolo vite adulte (quelle degli immigrati, per intenderci) e invitando all’accoglienza e alla solidarietà, allora si invoca la laicità dello Stato e si considerano le critiche una intollerabile ingerenza.

La Chiesa, da parte sua, non può non difendere la vita in ogni momento, anche la più umile e reietta, perchè se si crede nel valore di ogni singola vita umana si deve prendere posizione, d’altra parte uno Stato moderno deve scrivere le proprie leggi in perfetta autonomia senza timidezze e senza soggezione: la convivenza civile consiste anche in questo delicato equilibrio.

Silenzio.

E’ triste quando si spegne una voce indipendente, è triste quando un giovane si toglie la vita: da un carcere iraniano giunge la notizia del suicidio di Mir Sayafi, un blogger venticinquenne, in cella perché accusato di aver insultato l’ayatollah Khamenei.

Questa storia mi fa riflettere su quanto un blog possa essere importante in paesi dove la libertà di informazione  è negata, dove, nel silenzio, si levano poche voci indipendenti che nella rete occupano spazi di libertà.

Diamo una mano.

In questo post ci sono alcune idee molto concrete per fare un passo avanti verso la sostenibilità ambientale: la proposta è quella di avviare una discussione nella blogosfera e raccogliere suggerimenti per elaborare un documento da sottoporre all’attenzione del Parlamento.

Mi sembra un’iniziativa intelligente che esce dagli schemi della protesta per avviare un discorso propositivo.

Chiunque avesse idee, suggerimenti, proposte, “pensate” può farsi avanti….

Un po’ di attenzione.

Posta con la testa” è lo slogan di una campagna inserita in un progetto di sensibilizzazione all’uso sicuro e positivo di internet e delle nuove tecnologie rivolta soprattutto ai preadolescenti, ma anche (per conoscenza) ai genitori e agli insegnanti.

Non è un mistero per nessuno che i ragazzi siano più “sgamati” dei genitori e degli insegnanti nell’uso di internet, ma “sgamati” non significa, per forza di cose, attenti e prudenti, significa utenti più esperti, ma non più saggi: il mondo adulto spesso non sa adeguarsi, sottovaluta, ignora, allora è indispensabile che si avvii un discorso educativo che insegni prima agli adulti, perchè possano guidare i ragazzi, le enormi potenzialità,  ma anche i rischi legati al mondo della rete.

Spesso i ragazzi sono lasciati soli con il computer acceso nella loro stanza, chattano, scrivono le loro confidenze sul blog, cercano amici e pubblicano foto su facebook, mettono filmati su youtube, ma anche fanno ricerche, trovano informazioni, integrano i libri di testo, studiano.

Allora non bisogna demonizzare il mezzo (appunto è un mezzo e come tale non è buono nè cattivo), ma bisogna conoscerlo senza allarmismi, ma anche senza superficialità e seguire, con un po’ di attenzione, serenità e consapevolezza, i ragazzini che se ne servono.

Per questo motivo è utile consultare il portale sicurinrete.it che rimanda al progetto easy4.it dove c’è una sezione rivolta ai preadolescenti ed una rivolta agli adulti con informazioni e risorse utili ad approfondire il tema.

Un po’ di orgoglio.

Mi fa sempre piacere, quando giro per le nostre città d’arte grandi e piccole, vedere i turisti stranieri girovagare in frotta con il naso all’insù e poi impiantarsi con la bocca aperta davanti ai nostri monumenti, anche a quelli dei borghi minori: provo lo stesso compiacimento della padrona di casa che può esibire la sua abitazione ordinata, pulita e accogliente.

Mi piace scrutare i loro sguardi quasi increduli davanti a palazzi e cattedrali, musei e piazze, affreschi e sculture: allora so che, anche se ci prendono in giro per i nostri comportamenti, anche se ci trattano con un po’ i sufficienza, devono venire qui per trovare armonia e bellezza, perchè Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Bramante, Caravaggio, ma anche Renzo Piano e Gae Aulenti (per fare qualche nome a caso) hanno respirato quest’aria, sono cresciuti fra queste terre, qui hanno imparato a creare la bellezza che è gioia per lo spirito.

Allora, quando vedo su qualche blog (anche qui ne cito uno a caso, senza giudicare, ma con grande comprensione) un banner nel quale compare una frase del tipo “io non sono più italiano” mi addoloro e mi rattristo perchè non è quella l’Italia che amo e di cui vado fiera, perchè non siamo noi che dobbiamo vergognarci di essere italiani.

Assisi