La bellezza ritrovata.

Ieri finalmente la giornata era abbastanza bella con un sole caldo a tratti oscurato dal correre di nubi vagamente minacciose, una giornata primaverile con un alternarsi di tepore e vento freddo da affrontare rigorosamente vestiti “a strati”.

La giornata era bella e Bergamo, illuminata dal sole, ancora più bella tanto che gli occhi non si saziano di luce e di colore e camminare per le sue strade strette è come ritrovare un’abitudine che avevo perso e come svuotare la mente delle preoccupazioni e delle paure degli ultimi mesi e accorgersi, finalmente, che la bellezza c’è e fa bene al cuore.

C’era poca gente ieri in Città Alta, poca gente in funicolare, poca gente per le strade, poca gente seduta ai tavolini dei locali e, se da una parte, godersi la città in solitudine è un incanto, dall’altra è inevitabile rammaricarsi per quanto la pandemia abbia cambiato la vita e le abitudini di molti.

Poco più di un anno fa c’erano turisti e musei aperti e strade affollate o ora questo silenzio, questi vicoli vuoti mettono un po’ di tristezza.

Ed è triste che tanta bellezza, tanta arte, tanta cultura restino così, un po’ abbandonate, quasi sospese in attesa di una “normalità” tanto promessa, tanto vagheggiata, ma ancora tanto lontana.

Il nostro Paese ha tanta bellezza da riscoprire, da offrire, da condividere e, anche se non amo particolarmente le folle e le code, spero che presto si possa tornare ad accogliere chi ha voglia di visitare le nostre città d’arte, di riempirsi gli occhi dei paesaggi, di gustare la nostra cucina, di condividere con noi questo capolavoro che è l’Italia.

Bergamo

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