Ho tritato un pezzo di vita.

Non butto mai via niente (o quasi), soprattutto i documenti, gli appunti, le carte che ho l’impressione che mi potrebbero tornare utili e così, con l’andare del tempo, i miei cassetti traboccano fino a scoppiare e se cerco qualcosa invariabilmente faccio fatica a trovare il pezzetto di carta che mi serve.

Nell’ultima settimana ho deciso che era finalmente giunto il momento di sbarazzarmi senza pietà delle carte che ingombrano i miei cassetti.

Qualche tempo fa ho acquistato un tritadocumenti perché molti dei fogli che conservo così gelosamente contengono dei dati “sensibili” e non mi piace l’idea di gettarli nel contenitore della carta così come sono.

E così ho cominciato a “tritare” i miei appunti di scuola, le brutte copie delle valutazioni di ragazzini che ormai sono adulti, i carteggi scambiati con assistenti sociali e psicopedagogisti, i documenti della mia pur breve attività di amministratore comunale.

Ogni foglio che entrava nel tritadocumenti evocava i volti, i problemi, le discussioni, il tempo trascorso, ogni foglio che ne usciva ridotto in striscioline illeggibili mi raccontava di un pezzo di vita.

Ogni tanto bisogna anche trovare il coraggio di abbandonare il passato al passato.

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