Chiacchiere da bar.

Tra una camminata e l’altra ogni tanto mi fermo ad un bar per un caffè o, se sono particolarmente accaldata, per bere qualcosa di fresco e, siccome sono da sola, mi capita spesso di ascoltare (anche se non vorrei, ma spesso i toni sono alti) i discorsi degli altri avventori.

Ci sono i tuttologi, quelli che sanno tutto di virologia, organizzazione ospedaliera, vaccini e cure più o meno creative, discutono con fervore della gestione della pandemia, ma hanno una cosa in comune, la certezza che “è stato sbagliato tutto e loro avrebbero fatto sicuramente meglio”.

Ci sono mamme e nonne afflitte dalla “didattica a distanza”, dai problemi di connessione, dal lungo lockdown in compagnia dei pargoli che, in condizioni normali, sarebbero stati affidati alla scuola ed amen.

Anche tra le “mamme d’assalto” serpeggia la convinzione che loro avrebbero potuto fare di meglio.

E poi, molto spesso, c’è un gruppetto di signori decisamente anziani (più di me per lo meno), sempre gli stessi, sempre seduti allo stesso tavolo, sempre intenti a criticare con voce stentorea tutte le rappresentanti dell’altro sesso che hanno la sfortuna di cadere nel loro campo visivo.

Ascolto e non vorrei ascoltare perchè mi innervosisco e mi viene voglia di interloquire, ma è meglio che me ne stia buona nel mio “splendido isolamento”.

Da domani mi porto le cuffie e ascolto musica.

Cavenago di Brianza - Aperitivo

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