E’ difficile scrivere.

Non è solo colpa del caldo e dell’aria di vacanza, ma si tratta piuttosto di una sorta di disagio perché in questo periodo, soprattutto sui social, leggo post deliranti, post complottisti, ondate di puro odio e, anche se avrei tanto da dire, preferisco chiamarmi fuori, non entrare in discussioni senza capo né coda ben sapendo che, soprattutto di questi tempi, cercare di fare discorsi improntati a razionalità e senso critico è sempre più arduo.

Mi piacerebbe scrivere, portare opinioni, discutere in modo pacato fondando sul ragionamento le mie conclusioni, ma ho sempre più l’impressione che sia tempo perso e fatica sprecata.

Purtroppo chi si è “laureato” su facebook , chi crede ciecamente alle affermazioni anche più improbabili, agli esperti del nulla non ha incertezze, non ha dubbi e, di solito, non affronta criticamente le questioni e io, francamente, faccio fatica a confrontarmi con chi non dialoga, ma afferma in modo assoluto.

Per anni ho cercato di insegnare ai miei ragazzi a porsi dei dubbi, a farsi delle domande, a non fidarsi in modo acritico di chi “possiede la verità”, anzi li incitavo a verificare anche le mie affermazioni, a non fidarsi neppure di me.

Spero francamente che non sia stata fatica sprecata, spero di aver aiutato a crescere donne e uomini liberi.

Io, per quanto mi riguarda, in momenti come questi preferisco tacere anche perché sono un po’ stufa di combattere contro i mulini a vento.

Marsala (Sicilia)

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