Italia-Germania 4 a 3.

Intendiamoci, il calcio mi interessa poco, ma ci sono delle occasioni in cui anche la mia indifferenza viene meno, soprattutto se è la sera del mio diciassettesimo compleanno e dopo la torta e i festeggiamenti in famiglia si decide di non andare a dormire (tanto la scuola è finita e non bisogna alzarsi presto) perché c’è la semifinale dei mondiali che si gioca a Città del Messico.

La partita in Italia comincia a mezzanotte, ma non finisce mai, è un continuo rovesciarsi di fronti, con l’Italia che si chiude a difendere il gol a inizio partita di Boninsegna, la Germania che continua ad attaccare, gli inevitabili contropiede e quando sembra che stia per finire con la vittoria italiana, proprio al novantesimo il “mio” adorato Schnellinger, il terzino dell’unico Milan di cui ricordi a memoria la formazione, segna il suo primo (e credo unico) gol in quarantasette presenze nella Nazionale tedesca.

Comincia così l’agonia dei tempi supplementari e la partita si fa veramente emozionante con il vantaggio di Muller, il pareggio di Burnich, il gol dell’immenso Riva, il pareggio di Muller e, dopo solo un minuto, il gol della vittoria di Rivera.

Dopo il fischio finale fu come se tutti avessimo ricominciato a respirare, come se avessimo vissuto tutti quegli interminabili minuti in apnea.

Domani la “partita del secolo” compie mezzo secolo e la cosa che mi fa riflettere è che anch’io, anche se non me ne rendo conto, ho mezzo secolo in più.

Milano - Portello

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