Domani sarebbero stati cent’anni.

Mio padre è nato il 18 maggio 1920 (proprio come San Giovanni Paolo II) e, se un male incurabile non lo avesse portato via prematuramente ventotto anni fa, domani compirebbe cent’anni e sarebbe qui, come tanti centenari, un po’ acciaccato, ma circondato da tanto affetto.

Era un uomo forte, mio padre, forte come le montagne che tanto amava, aveva vissuto appena ventenne la tragedia della guerra e la prigionia in Sudafrica, ne era tornato, uomo fatto, provato nel fisico, ma pronto a ricominciare e aveva messo su famiglia e aveva lavorato come un mulo per permette ai due figli di laurearsi (anche se noi, a colpi di borse di studio e di lavoretti estivi cercavamo di dargli una mano).

Con mio figlio era un nonno stupendo, uno di quei nonni che costruiscono giocattoli con i pezzi di legno presi nel bosco e che raccontano storie piene di immagini fantasiose, uno di quei nonni che ti insegna ad andare in montagna, a arrampicarsi sulle rocce a costruire dighe con i sassi nel torrente.

Ci manca tantissimo e tante volte ci chiediamo come si sarebbe trovato in questo mondo così diverso dal mondo di lavoro e sacrificio al quale era abituato.

Dovunque tu sia (ma io so che sei qui con noi) buon compleanno papà.

DERNA

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