Abituarsi a vivere.

Per due mesi e passa siamo stati impegnati a preoccuparci della nostra salute e della nostra sicurezza, in una parola abbiamo cercato di “sopravvivere”, di sopravvivere al virus, alla paura, al dolore, all’isolamento.

Ora, dopo una decina di giorni dall’inizio della fatidica “fase due”, mentre ancora cerchiamo di decifrare i dati per comprendere se le parziali aperture hanno prodotto qualche danno , dobbiamo cominciare a pensare che è il momento di tornare a “vivere”.

E così ci chiediamo come sarà andare in un bar a bere un caffè, come sarà tornare in un ristorante, come sarà andare dal parrucchiere (perché è vero che l’estetica non è così fondamentale, ma la chioma incolta che ostruisce la vista è fastidiosa), come sarà visitare un museo, andare a teatro, o prendere un aereo.

Sì perché anche se apparentemente non è fondamentale andare a fare shopping o viaggiare tornare a vivere significa anche questo e quindi, con le dovute istruzioni, con tutte le cautele del caso e senza fretta sarà importante tornare a fare tutte quelle attività che solo tre mesi fa erano assolutamente “normali”.

E’ importante per l’economia, è importante per la nostra salute mentale (che non è meno prioritaria di quella fisica).

aperitivo

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