Il tempo silenzioso dell’attesa.

Il Sabato Santo è un giorno di silenzioso ripensamento, ma quest’anno il silenzio fa quasi male.

Per strada vedo pochissime persone, passa qualche auto, ma c’è una grande quiete, una quiete che aiuta a pensare e, per chi crede, a pregare.

E come non pensare alle tante vite spezzate da questa epidemia, come non pensare a chi sta lottando in casa, in un letto d’ospedale, in una terapia intensiva contro una malattia subdola che obbliga a combattere in solitudine?

Il mio pensiero va anche ai molti che sono in pena per un loro caro ammalato, a chi trascorrerà questa Pasqua da solo, alla mia mamma e a tutti gli ospiti della RSA dove vive che non avranno il conforto di un abbraccio, di un bacio, di una carezza.

E poi penso a tutti coloro che stanno lavorando, ai volontari che con generosità si adoperano per permetterci di vivere una vita “normale” in questa incredibile anormalità.

So che questa sera, quando si scioglieranno le campane che annunciano la Resurrezione, i miei occhi si riempiranno di lacrime.

Cavenago di Brianza - Pasqua 2018

2 pensieri su “Il tempo silenzioso dell’attesa.

  1. Loredana Tontodonati

    Anche i miei… Buona Pasqua, signora Testa. Di cuore.
    Un’anima sensibile, la sua, che coglie altruisticamente la sofferenza di questo doloroso passaggio… La leggo sempre volentieri. È stata una delle belle scoperte di questa quarantena.
    Loredana

  2. Silvana Lunardi

    Condivido pienamente le parole di Loredana…È bello soffermarsi sulle sue
    parole fraternamente.

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