Cambusieri per necessità.

Una volta alla settimana, più o meno, mio figlio si arma di coraggio, autocertificazione, guanti e mascherina e va al vicino supermercato per fare la spesa, forse potrebbe farlo un po’ meno spesso, ma ogni tanto preferisce muovere l’automobile per evitare che si formino le ragnatele sul motore.

Prima della partenza prepariamo una lista ragionata delle derrate alimentari cercando di conciliare le esigenze di una settimana con il rischio, non remoto, di trovare alcuni scaffali vuoti (la farina, ad esempio era introvabile settimana scorsa, ma non mi stupisco a giudicare dalle quantità industriali di dolci, pasta fresca e prodotti da forno vari fatti in casa che vedo sui social).

Evitiamo accuratamente alcuni prodotti come il lievito di birra (lievito madre fatto in casa), l’acqua minerale (va bene anche quella del sindaco) e dolci che in questo periodo di mobilità quasi nulla e di cucina da masterchef potrebbero rivelarsi una scelta fatale ((alla fine della quarantena vorrei poter passare dalle porte).

Per il resto abbiamo scorte sufficienti per sfamare un piccolo villaggio, anche se non ci siamo mai abbandonati alla tentazione del saccheggio che nei primi giorni di quarantena ha contagiato molti.

Siamo un po’ come gli scoiattoli che si preparano all’inverno accumulando cibo nelle tane, senza però precludersi la libertà di movimento: la nostra dispensa è fornita, ma non strapiena anche perché ci darebbe veramente fastidio se andasse sprecato qualcosa.

Londra - St. James's Park

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