L’insolito silenzio.

Il paese è quasi immobile e c’è un silenzio che non conosciamo, a cui non siamo più abituati.

Sul balcone tendo l’orecchio, non si sente più il suono continuo dell’autostrada, non si sentono che rare voci e, di colpo, mi accorgo che gli uccelli hanno ritrovato il loro spazio, l’aria è piena di cinguettii, di stridi e si sente persino il frullo d’ali tra i rami.

Di sera, sul balcone si possono contare le automobili che corrono là, in fondo, lungo l’autostrada che immagino quasi vuota.

C’è un silenzio che permette di ascoltare il suono dei pensieri, c’è un silenzio che ferisce l’udito quasi come un rumore doloroso, ma è meglio questo che il suono lancinante delle sirene delle ambulanze.

Poi, all’improvviso, ci affacciamo tutti alla finestra, il silenzio si spezza, ed è quasi una liberazione, le campane cominciano a suonare a distesa, le persone affacciate applaudono, qualcuno spara un fuoco d’artificio mentre l’auto della Protezione Civile passa per le strade e nell’aria si spandono le note dell’inno nazionale.

Per un momento il silenzio è spezzato, gli uccelli stupiti si levano in volo, ci salutiamo da un balcone all’altro, ci sentiamo vicini anche se separati.

Poi torna il silenzio.

cielo

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