Il diritto di sapere, il dovere di informare.

In questi giorni tutti sono (siamo) a caccia di informazioni che possibilmente ci rassicurino o, per lo meno, ci diano un quadro realistico della situazione.

D’altra parte i giornali, i telegiornali, i talk show e i social network sono prodighi di notizie, di numeri dati spesso alla rinfusa, senza parametri di riferimento, di consigli su cosa fare e cosa non fare, di analisi, di previsioni, di interpretazioni, di congetture, di soluzioni.

L’incontro tra la fame di informazioni e l’abbondanza di notizie più o meno utili genera spesso una grande confusione, una grande incertezza, un ondeggiare tra il panico e la faciloneria.

E’ forse giunto il momento in cui chi ci governa si assuma anche la responsabilità di darci le informazioni necessarie e lo faccia con una voce sola, autorevole, credibile liberando il campo da congetture, illazioni, pareri e consigli non verificati e non verificabili.

Succede così anche quando si è in volo e si attraversa una turbolenza e, quando la paura comincia a serpeggiare, la voce del comandante ci avverte di allacciare le cinture e stare tranquilli e ci dice cosa fare perché ha tutte le informazioni per comprendere la situazione e gestirla.

Se non sentissimo quella voce ferma e calma, ma allo stesso tempo autorevole probabilmente si scatenerebbero scene di panico da “Aereo più pazzo del mondo”.

In questo momento questo ci serve, non “veline di regime”, non notizie addomesticate, non sensazionalismi, ma informazioni vere, reali ed utili.

In volo da Berlino a Bergamo

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