Monete di cioccolato e lampadine.

Ogni anno il Natale arriva sempre più presto e le vie del paese sono già illuminate da decine di lampadine (ma, in fondo, qualcuno dirà, per noi ambrosiani è già iniziato l’Avvento e quindi il clima natalizio è di rigore).

Una volta si cominciava a respirare l’atmosfera del Natale intorno all’Immacolata (in verità, per i milanesi, si cominciava un giorno prima, per Sant’Ambrogio).

Una cosa che non è cambiata nel tempo sono le monete di cioccolato, avvolte in carta stagnola dorata, da appendere sull’albero di Natale o da infilare in una calza.

C’erano anche quando ero bambina e mi affascinavano perché mi illudevo (o desideravo fortemente illudermi) che fossero monete vere, monete d’oro da tesoro dei pirati, poi quando le scartavo scoprivo invariabilmente che il cioccolato era abbastanza deludente, perché di solito era cioccolato al latte e io, fin da bambina, adoro quello fondente, ma pazienza, andavano bene anche così.

Sugli scaffali del supermercato ho ritrovato le monete d’oro dei Natali della mia infanzia e mi sono intenerita e per un momento ho avuto la forte tentazione di acquistarle, ma poi ho lasciato perdere perché alla mia età è impensabile credere che siano veramente monete d’oro.

Le luci natalizie, invece, sono cambiate: oggi sono in genere lampadine a led, dalla luce fredda e potente, mentre quelle della mia infanzia erano lampadine colorate, collegate fra loro da un cavo di grosso calibro e infilate in piccole casette multicolori che davano al nostro albero un aspetto caldo e confortante (e pazienza se per tutto il periodo natalizio la casa era pervasa da un vago sentore di plastica surriscaldata).

Il Natale è il periodo dell’anno che fa affiorare tanti ricordi, che mi riporta i visi di tante persone che non ci sono più e che tanto ho amato e non sono proprio sicura di aver voglia che il Natale arrivi troppo presto.

Merano

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