Archivi giornalieri: 21 Ottobre 2019

Ci vuole del fegato.

Gli uomini, da sempre, si ingegnano a trovare modi, a volte anche molto fantasiosi, per conoscere il futuro, per avere delle “dritte” prima di imbarcarsi in un affare o in un amore o, più banalmente, in un viaggio, in un cambiamento.

I Greci si recavano a Delfi nella speranza di ricavare qualche informazione intelligibile dalle parole, spesso oscure e controverse, dell’Oracolo.

I Romani, ispirati dagli Etruschi, osservavano il volo degli uccelli o i fenomeni celesti e ne traevano auspici: chi non ricorda, ad esempio, Romolo e Remo che contano gli uccelli nel cielo per decidere a chi toccherà fondare la nuova città (l’episodio, un tempo, era un “must” dei sussidiari delle scuole elementari)?

Gli Etruschi, tuttavia, avevano un altro modo per interpretare il futuro, un modo che ci potrebbe sembrare un tantino truculento: in buona sostanza quando sacrificavano una pecora estraevano il fegato dell’animale e lo “leggevano” per scoprire, nelle macchie, nelle pieghe, nei segni, la volontà degli dei.

Per interpretare un fegato (così com per leggere le linee di una mano) ci voleva un “manuale d’istruzioni” e, uno di questi “manuali” si trova in un museo di Piacenza.

Si tratta di un modellino di fegato in bronzo, trovato fortunosamente da un contadino, suddiviso in settori che riportano, logicamente in caratteri etruschi, i nomi delle divinità.

Verosimilmente gli aruspici, i sacerdoti etruschi, confrontavano il fegato con il modello e ne interpretavano i segni.

A prima vista può sembrarci una pratica primitiva e un po’ ingenua, ma in fondo non è molto diversa dal cercare di scrutare l’ignoto attraverso i tarocchi.

Piacenza - Musei di Palazzo Farnese