Una prima impressione.

Al ritorno dal viaggio attraverso le Repubbliche Baltiche le prime impressioni sono decise e molto positive.

Innanzitutto sono nazioni unite nell’immaginario collettivo (nell’ordine “Estonia, Lettonia e Lituania”) ma, pur mostrando caratteristiche simili, sono molto diverse fra loro.

Le tre capitali, di cui scriverò diffusamente in seguito, sono città a misura d’uomo, turistiche, ma non troppo, piene di spazi verdi, vivibili ed eleganti.

Fuori dalle città si stende a perdita d’occhio la pianura dove i campi si alternano a fitte foreste di conifere e di betulle punteggiate di casette di legno linde e colorate.

E poi c’è il Baltico, mai troppo lontano, c’è una storia comune di vita sul mare, di commerci, di tranquilla agiatezza.

Ma gli aspetti che colpiscono di più sono l’amore per la propria terra e la speranza nel futuro, la speranza di chi ha conosciuto un passato spesso difficile, ma che sa guardare avanti, rimboccarsi le maniche e darsi da fare.

La catena umana che proprio trent’anni fa collegava le tre capitali è un po’ il simbolo di questo desiderio di mettersi in gioco.

Riga (Lettonia)
La catena umana

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