Tränenpalast.

Ai tempi della divisione, ai tempi del muro questo edificio era soprannominato “palazzo delle lacrime” ed era il posto di frontiera (un po’ meno celebre del Checkpoint Charlie) tra le due Berlino.

L’edificio, collocato accanto alla stazione di Friedrichstraße, era un luogo di separazione e di dolore e di lacrime per chi, uscendo da Berlino Est, andava incontro ai rigorosi controlli della polizia di frontiera e chi, come molti dei miei amici, non poteva lasciare la parte orientale della città e doveva accomiatarsi in fretta, senza neppure avvicinarsi alle vetrate, senza un ultimo cenno della mano.

Oggi è un museo che ricorda la dolorosa vicenda della divisione dove
si può percorrere (o ripercorrere non senza emozione) lo stretto corridoio dove consegnavo il passaporto ad un militare che non sorrideva mai, dove si possono varcare quelle porte che si chiudevano alle mie spalle e che attraversavo senza neppure gettare uno sguardo dietro di me.

Ho visitato il museo con una sorta di dolore misto a rabbia, la rabbia per quegli anni rubati, per le amicizie rubate da una politica fatta di scelte miopi e ottuse, per le occasioni che quelle scelte hanno negato ai ragazzi di allora, piccole pedine di una storia più grande di noi.

Noi immaginavamo, allora, che il muro sarebbe caduto così presto, ma mai abbastanza presto, non immaginavamo che quella assurda frontiera sarebbe diventato un luogo della memoria.

Berlino - Tranenpalast (Frontiera tra l'est e l'ovest)
Berlino - Tranenpalast (Frontiera tra l'est e l'ovest)

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