Dall’alto del monumento.

Dal 1896 il re Vittorio Emanuele II osserva la gente passeggiare nella grande piazza o sostare per ammirare il Duomo o attraversarla per andare frettolosamente da qualche parte (perché i milanesi vanno sempre frettolosamente da qualche parte).

Dall’alto del suo monumento, voluto alla sua morte dal re Umberto I e realizzato, su progetto dello scultore Ercole Rosa e poi alla sua morte sotto la direzione di Ettore Ferrari, nella fonderia Barigozzi che fino al 1975 ha fuso i metalli all’Isola, il re Galantuomo guarda la piazza con il cipiglio fiero di un uomo che sta per gettarsi nella battaglia (la battaglia di San Martino), ma che, per un attimo, trattiene il cavallo per rivolgere un incitamento ai soldati che lo seguono.

Oggi i turisti gli gettano un’occhiata spesso distratta (in fondo la mole bianca del Duomo attira l’attenzione molto di più), magari gli scattano una fotografia perché sta proprio lì, nel mezzo della piazza, si siedono per riposare sui gradoni di pietra del basamento.

I più irriverenti sono i piccioni che senza alcun imbarazzo si posano sulla feluca o sul bavero del sovrano.

Milano - Piazza del Duomo

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