Quest’anno anch’io “saracch”.

Due anni fa, in occasione della “Festa di Saracch” mi trovavo a vagare tra le spiagge e le rocce di Itaca, lo scorso anno ero impegnata tra gli esami di terza media e le ultime ansie della pensione, ma quest’anno, finalmente, sono una libera cittadina e posso partecipare a questa festa che celebra la cavenaghesità (si dirà così?).

Sono una cavenaghese solo di adozione, visto che la mia famiglia si è trasferita qui da Milano quando avevo undici anni, ma anche se Milano sarà sempre la mia città, questo è il luogo dove sono cresciuta, dove mi sono innamorata, dove ho messo su famiglia, dove ho lavorato per quasi tutta la vita, dove riposano i miei cari che non ci sono più, dove ho trovato amicizie sincere.

In poche parole Cavenago, per me, è “casa” e quindi mi sento un po’ saracch anch’io.

Oggi ho ritirato il mio costume, scuro e sobrio come si conviene (e si conveniva) a una signora in età, un abito un po’ da “regiura” , cioè di una di quelle donne forti che reggevano sulle loro spalle le sorti di una intera famiglia, che lavoravano a testa bassa, in silenzio, ma con grande dignità e autorità.

Adesso sono pronta a partecipare alla festa con entusiasmo.

Cavenago di Brianza - Festa di Saracch

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