L’emozione dell’arte.

La Cappella degli Scrovegni a Padova è come un grande libro spalancato davanti agli occhi stupiti dei visitatori che corrono ammirati lungo i quattro registri sovrapposti degli affreschi, cercando di coglierne tutti i dettagli, anche se la ricchezza delle immagini richiederebbe un tempo ben più lungo dei quindici minuti che ci vengono concessi.

E allora tento di riempirmi gli occhi, di non trascurare neppure un particolare, un gesto, un’emozione soffermandomi sui personaggi, anche su quelli in secondo piano, che sembrano dialogare con le figure principali tanto da creare un racconto corale.

Giotto, con la sua grande perizia di artista, ci racconta in modo estremamente “moderno” i sentimenti dei suoi personaggi, il pianto delle madri durante la strage degli innocenti, la dolcezza infinita di Maria che tranquillizza il Bambino appena nato, la disperazione degli angeli che affollano il cielo della deposizione, il Bambino che cerca di sfuggire dalle mani di Simeone e tende le braccia alla madre, come farebbe qualsiasi bambino.

E tutte quelle emozioni passano attraverso gli occhi all’anima e riempiono quei quindici minuti di gioia e di riconoscenza per ciò che solo l’arte sa donare.

Padova - Giotto - Cappella degli Scrovegni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.