Il fascino dei souvenir.

La parola, in francese, significa ricordo, memoria ed effettivamente gli oggetti, qualche volta inesorabilmente kitsch, che chiudiamo in valigia al termine del viaggio sono ganci per la memoria, che dovrebbero, nelle nostre intenzioni, farci rivivere le emozioni dei luoghi che abbiamo visitato e delle esperienze che abbiamo vissuto.

Gli oggetti che acquistiamo e che lontano da casa ci sembrano così appetibili spesso, al nostro ritorno, restano un po’ negletti su uno scaffale a coprirsi di polvere.

Alzi la mano chi non è mai stato tentato da un cavallino di Murano, da un magnete multicolore, da un piatto in ceramica fabbricato in serie in una industria a migliaia di chilometri.

Dopo tanti anni ho imparato a controllare lo shopping compulsivo, al massimo mi limito ad acquistare qualcosa da mangiare (o da bere) che mi riporti i sapori del viaggio e una piccola palla di vetro, con la neve, che però non è un souvenir vero e proprio, ma un oggetto da collezione (inesorabilmente kitsch, d’accordo, ma nessuno è perfetto).

Tra le sfere che occupano una mensola della casa in montagna ce n’è una particolare che mi è stata regalata da un’amica proprietaria di un negozio di souvenir: si tratta di un oggetto di grandi dimensioni che contiene una replica del David di Michelangelo su cui si posa una coltre di neve.

Peccato che sul basamento ci sia scritto “Venezia”

Venezia Maschere

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.