A disen “la canzon la nass a Napoli”.

Ogni tanto, nella casa di riposo dove vive mia madre, arriva un coro che allieta gli ospiti con canzoni un forse po’ datate, ma piene di ritmo e di allegria.

Sono canzoni di tanto tempo fa che parlano di amori ingenui, di baci rubati, di addii strappalacrime, di campane che suonano a distesa, di sguardi furtivi, di pianti e sorrisi, di sogni e speranze.

Gli ospiti, ma soprattutto le ospiti, seguono il canto con trasporto, battono le mani, partecipano felici e sorridono con gli sguardi che si perdono dietro a ricordi lontani, ad amori lontani.

Poi, alla fine del breve concerto, il coro intona “Oh mia bela Madunina” e anche tra gli spettatori le voci si alzano finalmente decise, forti mentre le parole del capolavoro di Giovanni D’Anzi, con le sonorità del mio dialetto dolcissimo ed armonioso, sembrano librarsi nell’aria.

Che bello sentirli cantare.

Milano - La Madonnina

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