Il quadro e la cornice

Quarantun anni fa, quando due ragazzi decidevano di sposarsi, non si affidavano ad un “wedding planner”, ma si preoccupavano personalmente (nei ritagli di tempo tra scuola e lavoro) di date, prenotazioni, fiori, abiti, confetti e bomboniere, non cercavano una “location”, ma semplicemente un ristorante dove ritrovarsi con parenti e amici, non usavano mezzi di trasporto fantasiosi, ma un’auto un po’ elegante con cui recarsi in chiesa (allora più raramente in municipio).

Forse avevamo pochi soldi, forse eravamo consapevoli che quello che contava, in un matrimonio, non era la cornice, ma il quadro e il “quadro” era il desiderio di creare una famiglia, di vivere insieme, di invecchiare insieme.

Quarantun anni fa quando, in una piovosa mattina di ottobre, ci siamo sposati eravamo giovani e forse un po’ incoscienti, mio marito aveva un lavoro, mentre io ero ancora una studentessa che ogni tanto veniva chiamata per qualche supplenza, ma non avevamo paura di niente, non avevamo paura del futuro perchè eravamo consapevoli di poter contare sul nostro amore che pensavamo (speravamo, sapevamo) che sarebbe durato per tutta la vita.

3 pensieri su “Il quadro e la cornice

  1. Luca

    Un giorno si scherzava con un amico sul fatto che in ogni paese, per legge, ci fosse una signora chiamata “la Sciura Pina”. Decidiamo di digitare “Sciura Pina” su Google, e finiamo su questo blog. E giu’ risate. Pero’ aspetta, fammi leggere… mi sa che torno anche domani a dare un’occhiata. E anche dopo ancora. E mi sa che questa abitudine me la tengo per un po’.
    Erano 10 anni fa 🙂

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