Archivio mensile:Agosto 2018

La centrale idroelettrica di Crespi d’Adda.

Una meta interessante per una gita (magari in una giornata meno afosa di oggi) può essere il villaggio operaio di Crespi d’Adda (di cui ho scritto spesso) con la visita guidata alla piccola centrale idroelettrica che sorge ai piedi della grande fabbrica.

La Centrale, restaurata di recente, viene aperta in occasioni particolari (tutte le informazioni per la visita qui) ed è possibile esplorarla con la guida di alcuni giovani molto competenti.

Agli inizi del ‘900 la fabbrica, che andava via via crescendo, ed il villaggio operaio richiedevano quantità sempre crescenti di energia e allora si decise di utilizzare il canale, che inizialmente alimentava una centrale meccanica, ormai in disuso per muovere le turbine di una piccola centrale che andò ad aggiungersi alla più potente Taccani di Trezzo sull’Adda.

La sala, oggi visitabile, ospita tre turbine, ma quel che più colpisce sono le decorazioni delle pareti, i marmi del centro di controllo, il legno dei pavimenti e le eleganti finestre ad ogiva frutto delle scelte di una imprenditoria che, all’epoca, oltre a badare al profitto si curava anche del “bello”.

La visita al villaggio e alla Centrale sono assolutamente da non perdere.

Crespi d'Adda

Il telaio e il museo.

Al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano c’è un telaio degli inizi del ‘900, un telaio per tessuti da arredamento, preziosi ed eleganti.

Di fianco al telaio c’è un pannello con la spiegazione del funzionamento  e la provenienza: la ditta Schmidt che, un tempo, produceva tessuti da parati a Cavenago di Brianza e prodotti cotonieri a Cassolnovo.

Durante la visita al museo mi sono soffermata davanti al telaio, simile a quelli su cui hanno lavorato tante donne del mio paese, tra le quali anche mia suocera, e ho ripensato alla loro fatica quotidiana, ma anche al loro orgoglio per un lavoro ben fatto.

Cavenago, fin dai primi anni del secolo scorso, era sede di numerosi opifici che davano lavoro a buona parte della popolazione, soprattutto femminile, ma la ditta Schmidt, in particolare, era celebre per la bellezza dei suoi tessuti tanto che furono utilizzati persino per decorare il Teatro alla Scala durante il restauro dopo il secondo conflitto mondiale.

Ritrovare quel telaio mi ha spalancato una porta sul passato.

Milano - Museo della Scienza e della Tecnica

Pellegrinaggi.

Ci sono luoghi dove, a volte, torno non per vedere un panorama o un monumento, ma perchè spinta quasi da una necessità, dal bisogno di ricordare, dal pensiero che sia un dovere tornare.

Uno di quei luoghi è la Stazione di Bologna.

Quando mi capita di passare per la città, e arrivandoci in treno mi capita “sempre” di passare per la stazione ferroviaria, mi soffermo sotto all’orologio fermo all’ora della strage e poi davanti al “brandello di muro” con incisi i nomi delle vittime.

Mi soffermo e ripenso a quella mattina di sabato di tanti anni fa, alle persone che attendevano il treno del mare con la gioia e la spensieratezza di chi sta partendo per le vacanze, ripenso all’orrore, al dolore, ai silenzi, alle verità troppo a lungo negate, ripenso a quell’Italia definitivamente uscita dall’età dell’innocenza e dell’ottimismo.

Penso e forse prego.

Bologna - La stazione