Ci sono luoghi dove, a volte, torno non per vedere un panorama o un monumento, ma perchè spinta quasi da una necessità, dal bisogno di ricordare, dal pensiero che sia un dovere tornare.
Uno di quei luoghi è la Stazione di Bologna.
Quando mi capita di passare per la città, e arrivandoci in treno mi capita “sempre” di passare per la stazione ferroviaria, mi soffermo sotto all’orologio fermo all’ora della strage e poi davanti al “brandello di muro” con incisi i nomi delle vittime.
Mi soffermo e ripenso a quella mattina di sabato di tanti anni fa, alle persone che attendevano il treno del mare con la gioia e la spensieratezza di chi sta partendo per le vacanze, ripenso all’orrore, al dolore, ai silenzi, alle verità troppo a lungo negate, ripenso a quell’Italia definitivamente uscita dall’età dell’innocenza e dell’ottimismo.
Penso e forse prego.