La funivia che sale in Artavaggio è vuota in questo lunedì di metà luglio, con il tempo incerto e le nuvole che avvolgono le cime, forse avrei dovuto aspettare un giorno migliore, un tempo migliore, ma non avevo voglia di aspettare e poi la giacca a vento è nello zaino e se dovesse piovere pazienza, prenderò un po’ di pioggia.
I primi passi in quota mi regalano un silenzio profondo, rotto a tratti dal soffio del vento e dal suono di campanacci lontani, le nuvole corrono nel cielo e a tratti il sole torna a brillare, caldo e confortante.
Anche il rifugio è quasi vuoto, ma forse è anche per questo motivo che l’accoglienza è calorosa e gentile e mi sembra subito di trovarmi tra vecchi amici.
Mentre scambiamo discorsi e parole gli occhi si riempiono di verde e di azzurro e scrutano attenti tutti i dettagli, da una parte un fiore dai colori splendenti, dall’altra un uccellino impegnato nella cattura di un bruco, e la mente finalmente si libera e può galleggiare tra pensieri oziosi.
Questo è veramente relax.