Notti d’estate.

Quando ero bambina e abitavo a Milano in un appartamento dai soffitti altissimi ricordo che l’inverno era gelido in modo leggendario e l’estate afosa e soffocante: in casa nostra in inverno non c’era il  riscaldamento centralizzato (ma una stufa che di notte per sicurezza veniva spenta) e d’estate l’aria condizionata era di là da venire.

Nelle sere invernali ci chiudevamo in casa, imbacuccati con golf e calzerotti di lana, e andavamo a dormire presto per trovare un po’ di tepore sotto le coperte (… e poi il giorno dopo dovevo alzarmi per tempo per andare a scuola).

Nelle sere d’estate, invece, non c’era scampo, il caldo era insopportabile e allora si usciva di casa per un gelato o una fetta di anguria in piazzetta oppure, quando la temperatura superava i trenta gradi, mio padre ci caricava in macchina e ci portava al monte Stella (la mitica montagnetta di San Siro) nell’illusione di trovare un “po’ di fresco da montagna” poco lontano dal centro cittadino.

Poi si tornava a casa e si tentava di dormire con le finestre spalancate e lo sferragliare dei tram e qualche pipistrello che, per sbaglio, si infilava in casa.

Milano finestre al tramonto

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