Archivio mensile:Giugno 2018

Non ho ancora realizzato…

Non ho ancora realizzato che il 3 di settembre non mi ritroverò con i miei colleghi nello spazio angusto e inospitale nel quale si svolge solitamente il Collegio dei Docenti.

Non ho ancora realizzato che non devo mettermi a studiare il calendario scolastico in cerca di un “ponte” provvidenziale in cui infilare una vacanza “mordi e fuggi”.

Non ho ancora realizzato che non dovrò più puntare la sveglia con l’ansia di non svegliarmi ed arrivare tardi a scuola (cosa che, nonostante le mie paure, non è mai successa in tanti anni).

Forse non riesco ad immaginarmi in pensione perché, da sempre, con il mese di luglio cominciano le vacanze e, per ora, mi sento ancora semplicemente in vacanza: non so com’è non ritornare a scuola in autunno perché, per quanto vada indietro con la memoria, non riesco a ricordarmi un autunno senza ritorno a scuola.

Forse dovrei decidermi, munirmi di uno scatolone di cartone (come si vede fare nei film americani) e svuotare cassetti e scaffali anche se immagino che uno scatolone non basti.

Per ora davanti a me c’è una distesa ignota che non mi fa paura, che mi incuriosisce, che ho voglia di esplorare.

Forse devo solo capire che basta issare le vele.

Bergeggi (ottobre 2011)

Volandia.

Volandia non è solo un museo, è uno spazio dedicato al volo ospitato in quelli che furono i capannoni delle officine Caproni, la fabbrica fondata nel 1910 da Giovanni Battista Caproni, un vero e proprio pioniere del volo, a Somma Lombardo, vicinissimo all’aeroporto di Malpensa.

Il percorso scivola lungo il tempo sfiorando velivoli fragilissimi, aerei militari, elicotteri, mongolfiere, aerei storici fino a concludersi nell’area dedicata ai voli spaziali.

Con una punta di nostalgia ho ritrovato il salotto dell’aereo presidenziale con il tavolino che vide l’epica partita a carte tra il Presidente Pertini, Enzo Bearzot, Dino Zoff e Franco Causio e la copia della Coppa del Mondo appena vinta in Spagna nel 1982 (ho l’impressione che questa sarà l’unica coppa che vedrò per un po’ di tempo).

Volandia è un luogo che affascina gli adulti e incuriosisce i bambini, un museo poco conosciuto che merita una visita.

Somma Lombardo - Volandia (museo del volo - ex Fabbrica Caproni)

Somma Lombardo - Volandia (museo del volo - ex Fabbrica Caproni)

Somma Lombardo - Volandia (museo del volo - ex Fabbrica Caproni)

Se c’è la passione…

Alex è un ragazzo intelligente e curioso, appassionato di astronomia e fotografia, desideroso di condividere le sue passioni con tutti.

Questa sera si è fatto promotore di un momento di condivisione della bellezza del cielo con una cena  seguita dall’osservazione astronomica di Saturno in opposizione alla luna presso il Centro di Aggregazione Giovanile di Villa Stucchi.

Sul prato, intorno ai due telescopi puntati verso il nostro satellite, si aggiravano ragazzi incuriositi, interessati e, per una volta, stupiti da qualcosa di diverso dallo schermo del loro smartphone.

Grazie per la bella serata passata con gli occhi verso il cielo: qualche volta abbiamo veramente bisogno di bellezza.

Luna

Ritorno al passato.

Per un giorno all’anno il paese si anima di persone che sembrano uscite da una foto d’epoca, una di quelle foto un po’ sfuocate che riposano nel fondo di cassetti dimenticati, uomini e donne vestiti della festa con la sobria eleganza dei contadini di cento anni fa, con pantaloni neri, camicie bianche, cappelli di paglia dall’ampia tesa e gonne lunghe che sfiorano i ciottoli del cortile.

Anche il porticato del palazzo comunale vede la sua linearità trasformata in una antica corte, con ambienti arredati con mobili ed oggetti che sembrano usciti da un museo, preziosa testimonianza della vita dei nostri concittadini di tanto tempo fa.

Per un giorno all’anno il paese si proietta nel passato in occasione della “Festa di Saracch”, una manifestazione nata dalla tenace e appassionata iniziativa di alcuni volontari che, per tutto l’anno, si industriano a ricercare oggetti e costumi, a progettare scenografie, a scrivere testi teatrali per permettere al passato di rivivere, riaffiorando dai ricordi degli anziani, tramandati nelle famiglie come racconti quasi favolosi.

Questa giornata rappresenta una bella occasione per stare insieme, per conoscere e per conoscerci.

Cavenago di Brianza - Festa di Saracch

La festa.

Eccoli lì, i miei colleghi, le persone con cui ho lavorato e ho lavorato bene per anni da quando ero un’insegnante alle prime armi, piena di entusiasmo e povera di esperienza, i colleghi che ho visto andare in pensione, quelli che, avendo iniziato con me, sono ancora al mio fianco e oggi festeggiano con me il traguardo, che sembrava irraggiungibile, finalmente raggiunto e quelli che sono arrivati anno dopo anno e con cui condivido una quotidianità mai noiosa o scontata.

Abbiamo passato insieme tante ore, abbiamo imparato a conoscerci, a sopportare i nostri difetti, a volerci bene, a capirci con pochi sguardi.

E poi ci sono i dirigenti (o come si diceva una volta i presidi) uomini e donne con cui ho collaborato, con cui, qualche volta, sono stata in disaccordo perché sono uno spirito ribelle e voglio sempre dire la mia, ma che ho imparato a rispettare.

Siedo accanto alla fontana, circondata dai colleghi più giovani, quelli arrivati quest’anno, i ragazzi che avrei voluto conoscere meglio, che forse mi guardano con gli stessi occhi con cui, quarant’anni fa, guardavo i professori con i capelli bianchi.

Mi piacciono perché sono pieni di entusiasmo, come me tanto tempo fa.

Sono tutti qui, intorno a me, i miei colleghi con i calici alzati e io non so se commuovermi o scoppiare in una risata perchè non mi sembra vero che siano passati più di quarant’anni, perchè quella anziana signora un po’ brilla che vaneggia di ricordi e aneddoti non sono io.

Ornago

 

Progettare il domani.

Ieri mi sono fatta un regalo un po’ per festeggiare il raggiungimento dei sessantacinque anni, un po’ per cominciare a proiettarmi nella vita nuova che mi aspetta a partire dal mese di settembre.

Mi sono regalata una tessera che mi permetterà di visitare un numero incredibile di musei della Lombardia tutte le volte che voglio (tessera che, visto che sono un’over 65 è costata veramente poco).

E così inizierò ben presto a visitare musei e pinacoteche, magari per osservare una sola opera, e li visiterò per la prima volta senza pensare ai miei allievi, ai loro interessi, al modo di rendere la visita appetibile per degli adolescenti, li visiterò semplicemente perchè sono curiosa e mi piace sempre (… e ancora) imparare.

Milano - Abbonamento ai musei

Tra la terra e il cielo.

Mi piace il nuovo quartiere di Citylife, il progetto di riqualificazione dell’area della ex Fiera di Milano, in cui svettano i grattacieli di Arada Isozaki (il “drittto”) e di Zaha Hadid circondati da spazi insolitamente verdi che, all’ora di pranzo, si popolano di persone che impiegano il tempo della pausa dal lavoro per sedersi sui prati, leggere un libro, ascoltare musica o rilassarsi.

Sullo sfondo cresce, quasi a vista d’occhio, la terza torre e tutta l’area ha l’aspetto di un cantiere ancora aperto che, tuttavia, poco toglie alla vivibilità delle zone già completate.

Oggi, mentre passeggiavamo in attesa di pranzare mi è capitato di sollevare lo sguardo verso la torre Hadid, così elegante nelle sue linee curve, e di scorgere lassù, tra terra e cielo, degli uomini sospesi nel vuoto, intenti a lustrare le superfici dell’edificio.

Tutti gli occhi dei presenti erano puntati su di loro con un misto di ammirazione e di invidia.

Mi rendo conto che si tratta di un lavoro faticoso e probabilmente abbastanza pericoloso, ma se a quei lavoratori capitasse di distogliere, anche solo per un attimo, l’attenzione dalla loro opera potrebbero perdersi nella bellezza del cielo e della città stesa ai loro piedi.

E quella vista forse potrebbe ripagarli, almeno in parte, della durezza del loro lavoro.

Milano - Citylife

Over 65.

Appartengo alla generazione dei “baby boomers”, i nati nel decennio dopo la fine della seconda guerra mondiale, ho vissuto da bambina gli anni del boom economico, quando in tutte le case sono entrati almeno un’automobile, un televisore, un frigorifero, una lavatrice (ma ricordo ancora i viaggi in moto o in treno, “Lascia o raddoppia” visto al bar sotto casa, i panni a mollo nel secchio, il cibo al fresco sul davanzale della finestra o il panetto di burro sotto un filo d’acqua corrente).

Ho vissuto una scuola in cui “la maestra ha sempre ragione”, ma è anche “la maestra più buona del mondo”, una scuola dove se studiavi e prendevi un “pezzo di carta” avevi davanti a te tutte le possibilità, una scuola dove, nel breve volgere di pochi anni, si è passati dallo studiare tutto a memoria ad acquisire gli strumenti per interpretare la realtà.

Ho l’impressione di aver incrociato la storia del nostro Paese nei momenti giusti, ho conosciuto una dignitosa sobrietà, ma mai la povertà, non ho visto la guerra se non da lontano, ho frequentato buone scuole e per quarant’anni ho fatto il lavoro che ho scelto e che mi ha permesso di realizzarmi, ho visto crescere la consapevolezza dei miei diritti di donna, di madre, di lavoratrice.

Da oggi entro nel mondo degli “Over 65”, i vecchietti 2.0, i primi che possono permettersi il lusso di considerare gli anni che passano non una iattura, ma una risorsa.

E mentre raccolgo il fiato sufficiente per spegnere le 65 candeline e mi organizzo per progettare il futuro mi vien da pensare che, tutto sommato, sono proprio fortunata.

Milano - Isola

Prove di libertà.

Sono ancora nel pieno degli esami e mancano più di due mesi al fatidico 1 settembre (la data indicata dall’Inps per l’inizio della mia vita da pensionata), ma ho finito di correggere i temi e gli orali dei miei ragazzi sono fissati per la fine di giugno e così comincio ad assaporare un assaggio di libertà.

Mi sembra di essere già in vacanza, ma so che, questa volta, la vacanza sarà lunghissima.

Allora questa mattina, dopo aver sbrigato qualche incombenza burocratica a scuola, mi sono concessa una passeggiata verso le Foppe, quando l’aria non era ancora caldissima e soffiava una brezza leggera.

Ho camminato di buon passo e poi, arrivata al laghetto, mi sono seduta su di una panchina (in perfetto stile “quasi pensionata”) e sono restata lì un po’ a godermi il fresco dell’ombra, ad osservare  l’acqua incresparsi, ad ascoltare gli infiniti ronzii e cinguettii e a sentirmi in pace con me stessa.

Se questo è quello che mi aspetta, tutto sommato non mi dispiace.

(La prossima volta mi porterò un libro)

Cavenago di Brianza - Le foppe

Mondiali ed estate.

Associo la fine della scuola alle serate un po’ afose in cui è piacevole fare quattro passi mentre, dalle finestre aperte, da mille televisori arrivano (ogni quattro anni) i suoni delle partite dei mondiali.

Non sono mai stata molto appassionata di calcio e spesso, durante le edizioni passate, mentre mio marito faceva indigestione di partite e di commenti dopo partita e di pronostici prepartita, uscivo di casa per assaporare il fresco della sera, fare quattro chiacchiere e quattro passi con un’amica, magari mangiando un gelato.

Quest’anno c’è la fine della scuola, c’è il fresco serale e ci sono persino i mondiali, ma manca la Nazionale (la nostra per intenderci) e mancano i rumori del calcio che rimbalzano da mille televisori.

Penso che mi consolerò con un gelato.

Milano