Domenica scorsa mentre passeggiavamo in direzione della chiesetta di Santa Maria in Campo come facciamo ogni anno quando, in occasione del mese di maggio, i volontari della Protezione Civile tengono aperto il piccolo luogo di culto mi sono soffermata sul ponte dal quale la vista della chiesa è particolarmente gradevole.
Laggiù, intorno all’edificio, si stendevano i campi di grano non ancora maturo, non ancora biondo, ma con le spighe già cariche di chicchi e in mezzo al verde si allargava la macchia rossa dei papaveri.
Una volta i campi erano punteggiati di papaveri e fiordalisi e anch’io, bimba di città che di campi di grano ne aveva visti pochini, quando dovevo disegnare una campagna che esisteva quasi unicamente nella mia fantasia, la riempivo di macchie rosse e azzurre che mettevano allegria.
Poi per tanto tempo i papaveri, rossi e delicati come ali di farfalla, sono spariti, annientati dai diserbanti.
Vederli di nuovo nei campi ha un sapore antico.