Per riflettere…

I social sono praticamente invasi da immagini postate solo per scatenare l’indignazione popolare che hanno come soggetto i migranti (o presunti tali): migranti che trafiggono cani, migranti che si rotolano nel lusso più sfrenato mentre gli italiani fanno la fame, migranti che protestano contro la presenza di un canile, migranti che ci vogliono obbligare ad usare i numeri arabi (sic) e altre amenità del genere.

Spesso si tratta di “bufale”, di immagini tolte dal contesto e commentate con il classico “condividi se sei indignato”, immagini che nulla o poco hanno a che fare con il problema dell’immigrazione, problema che non si può certo affrontare scatenando manifestazioni d’odio e fomentando la rabbia.

E poi capita di entrare in una chiesa e essere colpiti, come un pugno nello stomaco, da una scultura a forma di croce costruita con i poveri resti di un barcone affondato con il suo carico umano (e sottolineo umano).

Quella croce ci spiega che il problema dei migranti non si risolve con l’emotività, con gli slogan, con le frasi fatte e ci fa comprendere che non esistono soluzioni semplici.

Noto (Sicilia)

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