Le donne.

La mia bisnonna si chiamava Saffo (si sa che dalle parti di Parma c’era una discreta creatività in fatto di nomi, d’altra parte mia madre, sua nipote, si chiama Cabiria) e mi adorava visto che per i primi sei anni sono stata la sua unica pronipote (e comunque l’unica femmina tra i suoi pronipoti).

Quando ero piccola passava il suo tempo a leggermi i fumetti inventando suoni assurdi sulle onomatopee, poi quando sono cresciuta e ho imparato a leggere andavo a casa sua al sabato pomeriggio, dopo aver attraversato la città in tram, ed ero io a leggerle il giornale dal momento che la vista la stava abbandonando.

Allora mi sembrava vecchissima e bellissima, forte e serena, sempre pronta a sorridere, sempre pronta a comprendere, provata da tanti dolori, la morte del marito e poi quella del figlio amatissimo, ma mai rassegnata.

Mia madre, ora che ha la sua età di allora, le assomiglia molto, nel fisico e nello spirito e quando sto con lei ritrovo la stessa forza serena che mi stupiva allora come ora.

E quando mi dicono che assomiglio a mia madre sorrido perchè so (o mi illudo di sapere) che la forza di quelle due donne così speciali in qualche modo mi è stata tramandata.

Domani è la festa della donna ed è una gioia passarla con mia madre e, magari ricordare insieme la mia amatissima bisnonna.

Cavenago di Brianza

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