Ormai manca poco a Natale e sta per iniziare il periodo, nefasto per la linea, delle cene, dei buffet imbanditi, dei dolci traditori sul tavolo della sala professori ed è sempre più difficile non farsi tentare.
Le luci sono ormai tutte accese, i mercatini sono affollati, persino l’aria ha un profumo di vaniglia e di zucchero.
All’ombra degli abeti scintillanti è obbligatorio sentirsi felici, è indispensabile sentirsi più buoni anche se la bontà, di cui ci sentiamo pervasi, sembra svanire velocemente come una cometa che attraversa il firmamento tra Natale e l’Epifania.
Dovremmo imparare a vivere il Natale nella sua essenza più profonda che è quella di un Amore immenso, un Amore che si dona senza chiedere nulla in cambio, un Amore che salva e allora potremmo forse spegnere qualche luce, potremmo rinunciare a qualche tavola imbandita per non farci distrarre dalla contemplazione di un Bambino che di quell’Amore è l’incarnazione.
Forse allora riusciremmo ad assaporare lo spirito del Natale.