L’onore nazionale.

Questa sera sembra che nulla conti di più, per il nostro Paese, dei piedi di undici giovanotti (non tutti proprio giovanissimi) in cui riposano le “magnifiche sorti e progressive” del  futuro della nazione (almeno di quello calcistico).

Come spesso accade ci giochiamo tutto in una manciata di minuti, con  giocatori infortunati che gettano la stampella contro la porta avversaria come Enrico Toti (ho scritto Toti, non Totti, mi raccomando).

Ci sono attimi di puro, involontario, umorismo con i commentatori che candidamente ci raccontano come la dinamicità della squadra sia affidata ad  Immobile (nomen omen?).

E mentre i secondi scorrono inesorabili e si profila lo spettro innominabile della mancata qualificazione ai mondiali mi piacerebbe poter osservare che, in fondo, è solo un gioco e l’Italia ha ben altri problemi.

Ma questa sera il “benaltrismo” non sembra funzionare.

Milano - Portello - Calciatori

1 pensiero su “L’onore nazionale.

  1. Manlio Padovan

    Ma ora spero che, finalmente!, la smetteranno le cosiddette fonti di informazione di farci ‘na capa tanta de ba’on e de ba’onari per distrarci dai veri e gravi problemi che attanagliano il paese.
    O continueranno con le notizie fasulle e distraenti?

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