Tra le pagine.

Ormai mi capita sempre più raramente di sfogliare un libro, ad eccezione naturalmente dei testi scolastici, perchè trovo più comodo portarmi appresso una intera biblioteca celata dietro una scintillante icona sullo schermo del tablet.

Sfioro lo schermo con un dito ed ecco comparire le parole di William Shakespeare e di Omero e di Agatha Christie e di Ray Bradbury e di Michail Bulgakov di tutti gli autori che amo leggere e rileggere all’infinito.

E poi succede, quasi per magia, di ritrovare sullo scaffale, in classe, una edizione vecchia di cinquant’anni de “I Promessi Sposi” e di provare un’acuta nostalgia nello sfiorare con la punta delle dita la rilegatura un po’ sdrucita e le pagine ingiallite e quasi ruvide, mentre l’olfatto è solleticato dal profumo un po’ stantio della polvere.

E mentre sfoglio le pagine e comincio a leggere sulla cattedra scivola un fiore secco che i fogli hanno conservato gelosi forse per parecchi decenni, un fiore raccolto chissà dove, chissà quando, un fiore dai petali fragili e smunti.

E mi ritrovo a pensare che queste cose con il tablet non succedono e forse un po’ mi dispiace.

amleto

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