Eurovision 2017: comunque vada … πάντα ῥεῖ.

La prossima settimana sarà la settimana di “Eurovision Song Contest 2017“, la manifestazione canora europea che quest’anno si svolgerà a Kiev (visto che lo scorso anno ha vinto l’Ucraina) con il motto “celebrate diversity”.

Pare che l’Italia rischi di dover accettare l’idea di ospitare la manifestazione  il prossimo anno visto che la canzone “Occidentali’s Karma” di Francesco Gabbani è data per favorita dai bookmakers di mezza Europa, ma in fondo sarebbe anche ora di darsi una mossa dal momento che l’ultima vittoria italiana risale al 1990 con un giovanissimo Toto Cotugno e prima ancora al 1964 con una Gigliola Cinquetti che, evidentemente, “non aveva l’età”.

La canzone in concorso (poi qualcuno mi spiegherà il senso del genitivo sassone nel titolo) è allegra e fa venir voglia di ballare, ha un testo accattivante che per una volta non sfrutta la rima cuore/amore, anzi riesce a creare un’assonanza tra il greco antico e l’inglese moderno associando Eraclito a Gene Kelly e poi porta in scena la “scimmia nuda” che balla strizzando l’occhiolino a Desmond Morris.

Se Gabbani non dovesse vincere probabilmente se ne farà una ragione a giudicare dal verso “comunque vada: πάντα ῥεῖ” che sembra richiamare tutti all’idea che la competizione è solo un gioco e che tutto scivola via.

L’importante è che se dovessimo incontrare un signore indiano che ci saluta con la formula tradizionale “Namastè” non ci venga in mente di rispondere “alè”.

Marocco - Ouzoud

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