Viaggiatori del tempo (e dello spazio)

Il breve (brevissimo) ponte in occasione del Carnevale ambrosiano mi regala un dono prezioso: la possibilità di viaggiare a costo (quasi) zero nel tempo e nello spazio.

Non ci vuole molto, basta una poltrona un po’ comoda, un po’ di silenzio e un libro e mi trovo catapultata sulla via della seta, verso l’oriente in compagnia di Marco Polo e ho l’opportunità incredibile di vedere con i suoi occhi luoghi che non sono più, di sentire profumi antichi, di farmi avvolgere da colori e atmosfere, mentre all’orizzonte si intravede il profilo di Cambaluc, l’antica Pechino.

Oppure, mentre scorro le parole su una pagina bianca, gli occhi seguono il profilo di monti che conosco e amo da sempre, mentre una barca silenziosa lascia la riva e una giovane donna, dai capelli scuri, alza lo sguardo su quei monti quasi per rivolgere loro un malinconico saluto.

E poi salgo su un treno a vapore che corre veloce da Istanbul a Calais e incrocio sguardi pieni di rancore, di odio, di timore.

Leggere un libro è tutto questo: è attraversare una porta che ci permette di viaggiare nello spazio e nel tempo senza muovere neppure un passo.

Istanbul

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