“La c’è la Provvidenza” afferma Lorenzo o, come dicevan tutti, Renzo quando, trovandosi ormai in territorio veneziano, esce dall’osteria con pochissimi soldi in tasca e, avendo incontrato chi è più povero di lui, “cacciata subito la mano in tasca, la votò di que’ pochi soldi; li mise nella mano che si trovò più vicina, e riprese la sua strada“.
Renzo testimonia con il suo gesto una grande solidarietà ed una totale fiducia nella Provvidenza Divina.
Ed è ancora la Provvidenza che, alla fine del romanzo, manda la pioggia che guarirà la città di Milano devastata dalla peste: “…che quell’acqua portava via il contagio; che, dopo quella, il lazzeretto, se non era per restituire ai viventi tutti i viventi che conteneva, almeno non n’avrebbe più ingoiati altri”.
Evidentemente Milano ha un buon rapporto con la pioggia provvidenziale se è vero che dopo giorni e giorni di superamento dei livelli di guardia del pm10, dopo blocchi del traffico e limitazioni sulle temperature del riscaldamento domestico, finalmente è caduta la pioggia che ha ripulito ‘aria dalle polveri sottili.
“La c’è la Provvidenza” avrebbe commentato il buon Renzo.