Pagelle.

Quest’anno il documento della valutazione quadrimestrale (la pagella come si chiamava una volta) sarà visibile sul registro elettronico: decisamente è un segno dei tempi che cambiano.

In fondo se è vero che capita sempre più spesso che si annunci persino la rottura di un amore con un sms, non dobbiamo scandalizzarci se i genitori leggeranno la pagella del figliolo o della figliola direttamente sullo schermo dello smartphone, magari standosene a chilometri di distanza, e che l’eventuale sgridata arrivi al pargolo tramite whatsapp.

Quando ero una ragazzina la pagella era un affare più solenne, alle elementari era stampata su una carta azzurrina, scritta a mano con inchiostro blu e con una calligrafia molto elegante, la portavo a casa stando ben attenta a non spiegazzarla e prima la mostravo alla mamma che, di solito, guardava i voti e concludeva con un reciso “potevi fare di più”.

Faccio notare, per amore di cronaca, che le mie pagelle erano spesse zeppe di nove e di dieci, tuttavia i rarissimi otto, che pure comparivano, lasciavano sempre mia madre un po’ costernata.

Alla sera mettevo la pagella in bella mostra accanto al piatto di mio padre al quale spettava la responsabilità della firma e aspettavo i suoi commenti che non erano mai dissimili da quelli di mia madre (adesso capisco che si mettevano d’accordo).

Ho l’impressione che tanto tempo fa l’atteggiamento dei genitori, almeno dei miei, fosse più severo di oggi, quindi l’attesa della pagella mi metteva sempre il batticuore, aspettavo di vederla con trepidazione, speravo sempre di leggere dei bei voti, insomma la prendevo maledettamente sul serio.

Ma in fondo quello era il tempo in cui le maestre avevano sempre ragione e studiare era un dovere e meritare dei bei voti rientrava nella più banale normalità

Milano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.