Guide turistiche.

Mi dà un po’ fastidio vedere i gruppi scolastici, in visita d’istruzione a qualche città d’arte, pascolare dietro a una guida turistica impegnata nelle spiegazioni annoiati e un po’ indifferenti, spesso preoccupati solo di scattarsi qualche selfie o di consumare la colazione al sacco (solitamente idonea a sfamare un intero battaglione).

Se la guida è veramente in gamba riesce a catturare l’attenzione dei ragazzi e allora i ricordi della visita sono più nitidi (… e utili), ma se la spiegazione non è molto vivace e vedo i miei ragazzi che cominciano ad andare alla deriva li fisso con uno sguardo che potrebbe incenerire e minaccio incredibili ritorsioni (… la relazione sulla gita da svolgersi in classe il giorno seguente) per cercare di ottenere un po’ di attenzione.

E’ un peccato questo disinteresse perché le visite guidate sono proprio pensate per arricchire le conoscenze dei ragazzi, per permettere  loro di imparare osservando e ascoltando e non limitandosi a leggere informazioni sui libri.

Visto che ero un po’ stufa (e le mie colleghe con me) di accompagnare attraverso alcuni gioielli d’arte un gregge distratto, di comune accordo abbiamo deciso di affidare ai ragazzi la preparazione delle spiegazioni cosicché siano loro a guidare i compagni alla scoperta di Bergamo e delle sue bellezze.

Sono proprio convinta che questa volta l’attenzione alle spiegazioni delle guide (in erba) sarà un po’ più “attenta”.

Bergamo

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