Ormai da molto tempo assistiamo impotenti all’estinzione del “congiuntivo” ucciso dai salotti televisivi (prevalentemente sportivi, ma non solo), massacrato dal linguaggio “finto burocratico” o “amichevolmente dialettale” di non poche produzioni destinate al piccolo o al grande schermo.
Il congiuntivo langue sostituito sempre più spesso dal più rassicurante “indicativo” che tuttavia è e rimane il modo verbale che esprime la realtà nella sua oggettività e ha la funzione di indicare (appunto) una situazione non condizionata da dubbi o incertezze.
Il congiuntivo, invece, può indicare qualcosa di soggettivo, irreale, non sicuro, ipotetico, il congiuntivo ci racconta il dubbio, la perplessità, l’incertezza, ci proietta nella dimensione del possibile e, a mio modesto parere, ci apre al dialogo e alla varietà dei punti di vista.
Ma forse non è così, forse la scomparsa del congiuntivo non sta ad indicare la nostra riluttanza ad aprirci al possibile, ma solo un po’ di pigrizia.
Spero proprio che la motivazione sia questa.