Fino a qualche anno fa la festa patronale, che cade la prima domenica di ottobre, si svolgeva in una atmosfera autunnale, freddina e uggiosa, spesso guastata dalla pioggia.
Dagli armadi uscivano impermeabili e vestiti di lana, cosa che diffondeva nell’aria un vago sentore di naftalina (a proposito: quando abbiamo smesso di infilare palline di naftalina negli armadi?), alla sera si accendevano i termosifoni (giusto per togliere un po’ di umidità dalle case) e ci si metteva in modalità “inverno imminente”.
Anche la torta di latte, la tradizionale “paciarela” aveva un profumo “autunnale”, con il suo aroma caldo di cacao e amaretti.
Per questo mi sembra ancora più innaturale questo caldo quasi estivo e mi sembra strano vedere i ragazzini che giocano a pallone in maglietta, sudati e accaldati come in piena estate.
Lo so che si tratta del peggiore dei luoghi comuni, ma è proprio vero che non esistono più le mezze stagioni.